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Il cinema... visto da www.viabonanno24.it
Giorni e nuvole
Titolo originale: Giorni e nuvole Nazione: Italia/Svizzera Anno: 2007 Genere: Drammatico Durata: 116' Regia: Silvio Soldini Cast: Margherita Buy, Antonio Albanese, Giuseppe Battiston, Alba Rohrwacher, Fabio Troiano, Carla Signoris, Arnaldo Ninchi, Teco Celio Elsa e Michele stanno insieme da vent'anni. Hanno una figlia, una bella casa, una barca e un'esotica vacanza in calendario. Lei, che ha smesso di lavorare per riprendere gli studi, si è appena laureata in storia dell'arte. Poi all'improvviso questa vita perfetta va in pezzi: due soci fanno fuori l'imprenditore Michele, un passo falso negli investimenti, e il mondo casca addosso alla coppia. Addio alla casa, alla barca, alla vacanza. Insomma addio certezze. Materiali e affettive, perché le due cose naturalmente si danno la mano. E a forza di sentirsi proporre lavori umilianti, o di abituarsi al fatto che ora è la moglie a tirare la carretta, a costo di lavorare in un call center di giorno e come segretaria di notte, il pur innamorato Michele non tarderà molto a perdere la testa così lui sprofonda nella disperazione, tradito da amici e colleghi ma non dagli ex operai con cui prova a fare il muratore. Anche Elsa ovviamente è sotto shock e più diminuiscono i soldi in banca, più aumenta la distanza tra marito e moglie. Per una volta, precari non sono i giovani appena usciti dall'università. In bilico, stavolta, ci sono due borghesi onesti e tranquilli, sbattuti dal destino in un'inedita, durissima condizione esistenziale. Non lavoro, dunque non esisto. Anzi, devo nascondere agli altri, la nuova, vergognosa condizione. Un modo nuovo, per Silvio Soldini, di far cinema. Il tema, estraneo questa volta a occasioni di commedia, non è la crisi di coppia, ma la crisi di una coppia che sopraggiunge, via via sempre più forte, dopo una crisi economica in famiglia, pronta a disgregare tutto. Una bella storia d'amore, di ricchi decaduti e di aristocrazie borghesi. Veramente straordinari Margherita Buy e Antonio Albanese. Voto: 3½/5
La famiglia Savage
Titolo originale: The Savages Nazione: U.S.A. Anno: 2007 Genere: Commedia/Drammatico Durata: 113' Regia: Tamara Jenkins Cast: Philip Seymour Hoffman, Laura Linney, Peter Friedman, Gbenga Akinnagbe, Cara Seymour, Philip Bosco, Sidné Anderson, Erica Berg, Michael Blackson, Hal Blankenship John e Wendy sono un fratello e una sorella che vivono lontani e si sentono raramente, alle prese con gli stessi problemi: entrambi insoddisfatti della propria vita sentimentale e professionale si trovano all'improvviso a doversi prendere cura dell'anziano padre, non particolarmente amato, sprofondato negli abissi della demenza senile e cacciato dalla casa in cui si trovava dopo la morte della sua compagna. Passando da una casa di cura all'altra, i due impareranno a conoscersi e a conoscere meglio il proprio genitore. Commedia dal plot che sfiora una certa banalità, la cosa migliore della Famiglia Savage sta nel ritratto di questi due adulti-bambini, emarginati del sistema competitivo. Il film è ben recitato e non sarebbe neanche male se si riesce a sorvolare sulla sua estrema lentezza: purtroppo già l'argomento non è dei più felici, in più un ritmo così soporifero lo rende abbastanza pesante e noioso. Bravi comunque fratello, sorella e padre. Voto: 2/5
Bianco e nero
Titolo originale: Bianco e nero Nazione: Italia Anno: 2007 Genere: Commedia/Drammatico Durata: 100' Regia: Cristina Comencini Cast: Fabio Volo, Ambra Angiolini, Aïssa Maïga, Eriq Ebouaney, Anna Bonaiuto, Franco Branciaroli, Katia Ricciarelli, Maria Teresa Saponangelo Sposata a Carlo (Fabio Volo), tecnico informatico, Elena (Ambra Angiolini) fa la mediatrice culturale. Durante una serata di beneficenza Carlo conosce Nadine, nera e magnifica, nonché moglie di Bernard, l'intellettuale africano con cui Elena collabora. La coppia bianca invita Nadine a portare i suoi bambini alla festa organizzata per la loro figlia. Poi, complice un guasto al computer della donna, divampa la passione tra Carlo e Nadine. Nel tentativo di affrontare con leggerezza una problematica che (purtroppo) è ancora profondamente radicata nella società, la Comencini crea una serie di macchiette a discapito del film che appare anacronistico e un tantino perbenista. Chi non sa che le donne nere sono considerate bombe sexy, che i bambini bianchi accusano i neri perché non sono bianchi (e viceversa), che le nere vogliono essere bianche e che le bianche sono razziste, che negli alberghi, nelle case borghesi, nei posti di lavoro si predica correttezza e si razzola pregiudizio? Il film non offre uno scambio culturale ma gira e rigira intorno a clichè preconfezionati, sfruttando fino allo sfinimento il concetto di bianco e nero e raccontandoci un catalogo esaustivo dei pregiudizi reciproci tra gli africani e noi: il copione risulta fin troppo zeppo di banalità, da film «sui» luoghi comuni, Bianco e nero diventa film «di» luoghi comuni. Ci tocca quindi una sorta di rassegna di stereotipi prima di riuscire a estrarre qualche emozione coinvolgente dal nuovo film di Cristina Comencini. Voto: 2½/5
Il mistero delle pagine perdute
Titolo originale: National Treasure: book of secrets Nazione: USA Anno: 2007 Genere: Azione/Avventura Durata: 126' Regia: Jon Turteltaub Cast: Nicolas Cage, Jon Voight, Harvey Keitel, Ed Harris, Diane Kruger, Justin Bartha, Bruce Greenwood, Helen Mirren, Alicia Coppola, Joel Gretsch, Timothy V. Murphy Dal precedente "Il mistero dei templari" la formula non cambia: un ibrido tra Indiana Jones e il Codice Da Vinci. Misteri, esplorazioni, enigmi da decifrare e testi antichi nascosti negli anfratti più inaccessibili: la trama è ovviamente strampalata, così come molte delle situazioni che si trovano a vivere i protagonisti. Stavolta c'è da difendere l'onore degli avi che vengono accusati di aver cospirato contro Abramo Lincoln. Aiutato da tutta la famiglia, il cacciatore di tesori girerà il mondo alla ricerca del modo di sbrogliare una matassa che, passo dopo passo, si rivelerà sempre più intricata e foriera di sensazionali sorprese e colpi di scena. E così trovano un pezzo di iscrizione a Buckingham Palace e l'altro nello studio ovale sotto il cui tavolino si trova un altro tocco di geroglifico. Bisogna rapire il presidente, bisogna scoprire quante statue della Libertà ci sono in giro, bisogna trovare il libro dei libri, infine bisogna esplorare la città d' oro che sta sotto le teste dei presidenti al monte Rushmore. Ora manca solo che scoprano il segreto di Fatima e l'elenco della P2: il film è talmente inverosimile che dopo il primo quarto d'ora non riesce più nemmeno a stupire, privo dell'humour necessario a queste operazioni. Almeno la grande disponibilità di mezzi consente una notevole ricchezza visiva, davvero il minimo per un film-panettone come questo. Voto: 2½/5
Paranoid Park
Titolo originale: Paranoid Park Nazione: Francia, U.S.A. Anno: 2007 Genere: Thriller/Drammatico Durata: 90' Regia: Gus Van Sant Cast: Gabe Nevins, Dan Liu, Jake Miller, Taylor Momsen, Lauren Mc Kinney, Olivier Garnier, Scott Green, Winfield Henry Jackson, Dillon Hines, Brad Peterson, John “Mike” Burrowes Il «Paranoid Park» del titolo esiste davvero ed è una famosa pista di skateboard frequentata da ragazzi difficili. È un luogo di svago, di competizione, di disperazione. Uno dei ragazzi che frequenta Paranoid Park si ritrova immischiato in una bruttissima storia: un guardiano che l'ha seguito, di notte, finisce sotto un treno. Una morte assurda che il ragazzo decide di tenere per sé: non ne parla con nessuno, né in famiglia né tanto meno con la polizia, ma questo segreto gli provocherà terribili sensi di colpa. Il film è tutto nel tormento segreto dell'adolescente che non osa confidarsi con nessuno e tanto meno con i suoi, sempre più distratti dai loro problemi, e che a poco a poco si fa sommergere dal rimorso senza trovarvi soluzioni. Cronologia impazzita, scene riprese da vari punti di vista, un po' di pellicola a 35 millimetri e un po' di super 8 granuloso per le acrobazie sulla tavola: sono solo alcuni dei vezzi che si concede Gus Van Sant eccedendo in manierismo, forse anche per nascondere la pochezza di una storia che ha davvero poco da trasmettere allo spettatore. Voto: 2/5
Regalo di Natale
Titolo originale: Regalo di Natale Nazione: Italia Anno: 1986 Genere: Commedia/Drammatico Durata: 101' Regia: Pupi Avati Cast: Diego Abatantuono, Gianni Cavina, Alessandro Haber, Carlo Delle Piane, George Eastman, Kristina Sevieri, Gianna Piaz Nella notte di Natale cinque uomini di mezza età si riuniscono intorno a un profano tavolo da poker. Quattro sono amici o ex-amici: Franco (Diego Abatantuono) è un esercente di sale cinematografiche alle prese con le cambiali, Stefano (George Eastman) si arrangia come gestore d'una palestra, Ugo (Gianni Cavina) si è separato dalla moglie ed è stato licenziato da una Tv in cui batteva le aste, Lele (Alessandro Haber), appassionato di cinema, fa in un giornale il vice del vice. La rimpatriata dovrebbe servire a rappacificare Ugo e Franco, che da anni non si parlano più per questione di donne, e soprattutto a restaurare le finanze dei quattro spennando il quinto personaggio, il sedicente industriale modenese Carlo Delle Piane il quale, a detta di Ugo, ha la vocazione del pollo. Sulle prime la trappola sembra infatti scattare: il nuovo venuto perde colpo su colpo, ed i quattro amici fanno rosei progetti. Poi il vento gira all'incontrario. Dietro la facciata però non c'è soltanto la fortuna ma un patto segreto che porterà alla rovina il più ricco dei quattro, c'è un tradimento dettato dalla legge della sopravvivenza proprio nella notte di Natale, che secondo la retorica più mielosa dovrebbe invece essere dedicata al perdono e alla bontà. I personaggi sono ottimamente caratterizzati, a cominciare da quel piccolo industriale che legge Pascoli, mangia patate lesse, e poi si rivela un furbo matricolato. C'è suspense, ci sono buoni dialoghi: insomma, nel complesso è un film ben fatto, recitato benissimo e molto godibile. Voto: 3½/5
Irina Palm
Titolo originale: Irina Palm Nazione: Belgio/Lussemburgo/Gran Bretagna/Germania/Francia Anno: 2007 Genere: Drammatico Durata: 103' Regia: Sam Garbarski Cast: Marianne Faithfull, Miki Manojlovic, Kevin Bishop, Siobhan Hewlett, Corey Burke, Dorka Gryllus, Steve Kingett, Tim Plester Il marito è morto, dopo averle confessato di averla tradita con la vicina più antipatica. Il figlio sposato è nervoso e senza soldi, la giovane nuora è ostile. Quando scopre che il nipotino è affetto da una malattia che potrebbe essere mortale (solo una costosa operazione in Australia, forse, potrebbe salvarlo), Maggie decide di trovare il denaro a ogni costo. È in un locale di Soho che trova lavoro Maggie, anziana vedova e casalinga solitaria: al di là di una parete, nascosta, deve masturbare i clienti attraverso un pertugio. Così diventa Irina Palm, regina della masturbazione e nuova stella di Soho. Il fatto che sia anziana non disturba: i clienti non vedono lei e lei non vede loro. Col passare del tempo inoltre Maggie decora il suo loculo rendendolo una più accogliente stanzetta con fiori e quadretti e alla vergogna iniziale subentra il trionfo professionale, ma amici e parenti faticano a superare i preconcetti e non sarà facile far accettare al suo mondo piccolo ed egoista, quel lavoro insolito e scostumato. Nonostante l'argomento, il film è tenero, malinconico, divertente: Sam Garbarski ha raccontato con pudore e raffinatezza una trama che potrebbe apparire furba e volgare. E invece la favola, ben scritta e ben diretta, riesce a evitare ogni ruvidità, anche quando parla del "gomito della seghista" e di altri dettagli. Voto: 3½/5
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